Martedì 8 aprile 2025, nell’Auditorium del Museo di Santa Giulia a Brescia è stato presentato il progetto di massima relativo al restauro architettonico e alla rifunzionalizzazione del Teatro romano, sviluppato dall’architetto David Chipperfield su commissione di Fondazione Brescia Musei d’intesa con il Comune di Brescia e la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Brescia.
A David Chipperfield è stato chiesto d’individuare i contenuti architettonici e d’indirizzo fondamentali per le successive fasi di progettazione, preliminari alla stesura del PFTE (Progetto di Fattibilità Tecnico Economica) e all’elaborazione del progetto esecutivo, con annessi passaggi autorizzativi da parte degli uffici competenti. Questa attività è stata promossa e sostenuta economicamente dalla Camera di Commercio di Brescia, in ottemperanza al decreto ministeriale del marzo 2019 che individua come prioritario per le Camere di Commercio l’intervento a sostegno del settore dei beni culturali, con particolare riferimento allo sviluppo e alla valorizzazione di quanto possa contribuire a integrare l’offerta turistica legata al patrimonio.
In questa fase, Fondazione Brescia Musei ha potuto avvalersi dell’aiuto di un altro fondamentale partner come Regione Lombardia che con l’Avviso Unico Cultura 2024 ha sostenuto lo scorso anno un programma di studio dedicato alla conoscenza partecipata e alla sensibilizzazione della città, che comprendeva, tra gli altri, il corso “Intorno al Teatro Romano. Conversazioni di letteratura, archeologia e architettura”, articolato in otto incontri promosso e sviluppato in collaborazione con l’Associazione Italiana di Cultura Classica – Sezione di Brescia, con l’Associazione Certamen Brixiense e con l’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Brescia, con la cura del professor Gian Enrico Manzoni e del professor Pierre-Alain Croset.
Il progetto
Il progetto elaborato dallo Studio David Chipperfield Milano ha preso avvio da un’attenta analisi di natura archivistica, realizzata in sinergia con Fondazione Brescia Musei e concentrata in particolare sulle vicende che, nel corso del Novecento, hanno portato a un progressivo, e tuttora in corso, recupero dei resti archeologici e all’emergere della coscienza di questo luogo nel percepito cittadino, anche grazie al saltuario ma sempre apprezzatissimo utilizzo come spazio per accogliere spettacoli. Questa attività è stata anche integrata dalla realizzazione di un rilievo laser scanner statico e fotogrammetrico, sviluppato con la collaborazione dello sponsor tecnico Tracciatori srl. Forte di questi strumenti, il lavoro di progettazione è stato condotto nel rispetto di alcuni principi guida, da subito individuati come fondamentali, a cominciare da quello del Teatro nella sua triplice natura di sito archeologico, di manufatto e di luogo nato con l’originaria funzione di ospitare l’attività teatrale. Il progetto coniuga quindi la preservazione del patrimonio materiale e di quello immateriale.
Il disegno dell’architetto Chipperfield è concepito per integrare al proprio interno gli esiti del progetto di studio, restauro e rifunzionalizzazione inclusiva del Teatro Romano e palazzo Maggi Gambara con il quale il Comune si è aggiudicato un consistente contributo da parte di Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Emblematici Maggiori” 2024, a fronte della presentazione di un esteso e articolato programma di Welfare Culturale. L’intervento che sarà condotto dall’Unità di Progetto Edilizia Monumentale del Comune di Brescia è da inquadrare come azione propedeutica ai futuri programmi di recupero integrale e pone l’attenzione in particolare sulle barriere architettoniche che caratterizzano per sua stessa fisionomia l’area del Teatro, parte naturali e parte connaturate alla sua storia. Questa azione prevede, secondo linee di inclusività e accessibilità, di poter rendere facilmente visitabile la cavea, anche con soluzioni temporanee che accompagnino alla visione nel corso delle attività di scavo che interesseranno l’area negli anni a venire. Una parte sostanziale è dedicata inoltre al recupero dei locali al piano terra del corpo meridionale di palazzo Maggi Gambara, un edificio di fondazione medievale caratterizzato anch’esso da plurime stratificazioni che insiste sull’area del Teatro e che assumerà fra l’altro nel progetto Chipperfield la funzione di portale per l’area archeologica, insieme a quella di edificio tecnico al servizio delle attività teatrali.
Il progetto di rifunzionalizzazione firmato dall’architetto Chipperfield, infatti, si caratterizza per l’attenzione posta nel mettere a sistema le necessità di ordinaria ed efficace fruizione del sito archeologico con la possibilità di attrezzarne l’impiego per lo spettacolo dal vivo durante la stagione estiva. È infatti concepito al preciso scopo di riportare nel cuore della Brescia romana un’importantissima funzione di aggregazione sociale e culturale. Sempre di più, del resto, anche in ragione della progressiva trasformazione della città di Brescia in un polo artistico e turistico-culturale, tale attivazione è avvertita come una necessità. Il progetto consentirà quindi sia l’uso di parte della cavea per l’accoglienza del pubblico che l’utilizzo del pulpito restituendolo all’originaria funzione di palcoscenico e rievocando, attraverso strutture parte permanenti e parte effimere l’antica e monumentale struttura del frontescena, perduta probabilmente a causa di un terremoto. Parallelamente, comporterà la creazione di percorsi di visita che consentiranno la piena percorribilità di tutti gli ambiti del teatro, a partire dalla cavea e dal pulpito e fino alla media cavea, includendo i vomitoria (gallerie con funzione d’ingresso) collegati alla summa cavea. L’estensione del percorso di visita alle parti più elevate della costruzione consentirà di raggiungere un punto panoramico per godere di una straordinaria e inedita prospettiva sull’intera cornice archeologica, spaziando con la vista anche fino all’area sacra di Piazza del Foro e del Capitolium.
Si prevede che – una volta conclusi i lavori di rifunzionalizzazione – il Teatro potrà accogliere 1000 spettatori.
Le successive fasi di sviluppo del progetto dovranno necessariamente essere modulate sugli esiti degli scavi promossi dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Brescia e Bergamo – Ministero della Cultura, con la quale il dialogo sarà continuo e stringente, sia per gli aspetti conoscitivi che per quelli di elaborazione e autorizzazione del progetto esecutivo. Il piano di lavoro della Soprintendenza, che ha comportato un primo restauro nel 2023 sulla porzione orientale della cavea, prevede, entro il 2028, il completamento degli scavi, operazione necessaria a restituire il senso della grandiosità e il respiro del monumento originario. L’intenzione dell’Amministrazione Comunale, della Fondazione Brescia Musei e della Soprintendenza è di trasformare l’intera sequenza dei futuri interventi di natura archeologica e architettonica in occasioni didattiche e di disseminazione della conoscenza intorno a questo monumento; per tale ragione, saranno trovate soluzioni che garantiscano di mantenere sempre aperto al pubblico il sito del Teatro, consentendo ai visitatori l’accesso in sicurezza e la visione ravvicinata dei cantieri.
In parallelo, si aprirà anche una riflessione sul modello di gestione della struttura, con particolare riferimento non tanto alla dimensione museale (che proseguirà secondo le modalità ormai consolidate introdotte negli anni passati da Fondazione Brescia Musei d’intesa con il Comune di Brescia), quanto alle attività di spettacolazione estiva, rispetto alle quali esistono significativi riferimenti quali per esempio quelli messi in atto nel teatro romano di Pompei, in quello di Verona e in quello di Ostia antica.
L’iter progettuale
L’iter che ha portato alla consegna del progetto di massima relativo al restauro architettonico e alla rifunzionalizzazione del Teatro romano, sviluppato dallo studio Chipperfield, ha preso idealmente avvio il 18 maggio 2021 quando, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, si è tenuta la cerimonia inaugurale che ha presentato il nuovo allestimento della cella orientale del Capitolium, curato da Juan Navarro Baldeweg, e si celebrava il ritorno della Vittoria Alata dopo il grande restauro compiuto presso l’Opificio delle Pietre Dure. A meno di un anno da quell’evento, il 4 aprile 2022 il convegno “Il futuro del teatro romano di Brescia” poneva con evidenza all’attenzione generale le future linee di sviluppo del patrimonio archeologico bresciano. Emergeva in quell’occasione la precisa intenzione di un recupero del valore archeologico e monumentale del Teatro Romano, ma anche l’aspirazione a farne un luogo che potesse essere fruito non solo secondo modalità museali, riattivandone quindi l’originaria funzione di contenitore di spettacoli.
Ne conseguì un ampio e approfondito confronto con il Comitato Scientifico di Fondazione Brescia Musei e con due accademici bresciani riconosciuti a livello internazionale per il loro contributo agli sviluppi anche teorici delle discipline architettoniche: Alberto Ferlenga, professore ordinario di Progettazione architettonica allo IUAV di Venezia, e Pierre-Alain Croset, titolare della cattedra di Composizione architettonica e urbana presso il Politecnico di Milano. Da questi primi colloqui usciva rafforzata l’idea – già espressa da Salvatore Settis – che “archeologia in città vuol dire archeologia per la città, non contro la città, un’archeologia che funzioni all’interno della città, ne arricchisca le coordinate culturali, la renda più interessante e gradevole da vivere per i suoi stessi cittadini”, in una visione del monumento archeologico come “un nodo da comprendere e da vivere nella città”. L’intervento si era concluso con l’auspicio che Brescia potesse “incrementare il percorso di via dei Musei con la straordinaria sequenza di monumenti e di fasi storiche che rappresenta, incarnando la storia di Brescia meglio di come non accada in moltissime altre città”. Tale auspicio ha inizialmente trovato riscontro, a giugno 2023, nell’inaugurazione del Corridoio UNESCO, il percorso pedonale gratuito che collega l’area del Capitolium al complesso monumentale di Santa Giulia, affacciandosi sull’area del Teatro.
Questi passaggi hanno portato, nel 2023, Fondazione Brescia Musei e Camera di Commercio di Brescia a firmare una convenzione finalizzata a sostenere congiuntamente la progettazione architettonica e ingegneristica dell’intervento di recupero, valorizzazione e rifunzionalizzazione del teatro Romano di Brescia che fra l’altro ha consentito di affidare, dopo una lunga fase di valutazione preliminare, la progettazione all’architetto David Chipperfield, che nello stesso anno veniva insignito del Premio Pritzker, il cosiddetto Nobel dell’architettura.
Fondamentale a livello metodologico è stato il convegno che Camera di Commercio ha promosso con Fondazione Brescia Musei dal titolo “Sostenibilità energetica e tutela del patrimonio culturale” (4 ottobre 2023), ideato da Cultura Valore S.r.l. e curato da Pietro Pietraroia. Al centro dei lavori sono stati posti i due grandi obiettivi della tutela nei prossimi decenni: il patrimonio monumentale delle città d’arte e l’innovazione sostenibile nell’ambito del restauro. La partnership con Camera di Commercio è stata fondamentale, per Fondazione Brescia Musei, al fine di sviluppare in questi anni una serie di attività preliminari di natura scientifica e comunicativa, inclusa la progettazione dell’identità visiva del Teatro Romano, curata dallo Studio TassinariVetta, in continuità con la importante attività già svolta per la Vittoria Alata e per il Corridoio UNESCO. Il
progetto grafico sviluppato per l’occasione tiene conto del duplice valore, concreto e simbolico, che il Teatro riveste in questo momento per la Città: un monumento, che sarà restituito in un futuro alla sua natura di organismo architettonico e di struttura di spettacolo, ma anche il focus di un programma civico, culturale e architettonico, in corso di attuazione e che sarà esso stesso oggetto di comunicazione.
Storia del Teatro
Lo spazio occupato dal Teatro dovette essere presente nella pianificazione urbanistica della Brixia romana sin dalle prime fasi di organizzazione della città, collocandosi in prossimità dell’area sacra e a ridosso delle pendici meridionali del Colle Cidneo, che semplificarono l’edificazione e mantennero l’edificio all’interno del circuito delle mura. Si ipotizza che la prima fase di impianto e costruzione dell’imponente edificio risalga all’età augustea; la seconda fase, invece, che interessò in particolare il rifacimento della scena, va datata all’età severiana, tra la fine del II e l’inizio del III secolo d.C. Gli elementi principali dell’edificio erano costituiti dalla cavea in appoggio al colle, con tre sezioni di gradoni raccordati da scale e corridoi concentrici, secondo forme comuni alla maggior parte dei teatri romani; un pulpito (palcoscenico) ancora ben leggibile; un fronte scena articolato in tre piani decorati con colonne, archi, statue e ampio impiego di marmi policromi, uniti al calcare locale di Botticino; due aditus posizionati a est e a ovest che consentivano l’accesso alle file inferiori; i vomitoria (gallerie con funzione di ingresso) collegati agli ordini superiori della cavea. Oggi l’edificio è leggibile nelle sue caratteristiche principali, anche se i segni lasciati dai secoli, dalle diverse funzioni attribuite a questo spazio nel tempo e dalle sovrapposizioni architettoniche ne consegnano un’immagine non leggibile con immediatezza, attenuandone l’impatto.
Le emergenze monumentali oggi percepibili sono collocate all’interno di Brixia. Parco Archeologico di Brescia Romana, un’area intorno alla quale si è particolarmente concentrato l’impegno profuso negli ultimi anni dall’Amministrazione cittadina e da Fondazione Brescia Musei per la valorizzazione del patrimonio identitario, del quale del resto il Capitolium e i tesori in esso custoditi sono da ormai duecento anni simbolo indiscusso.
“Il nostro approccio per questo straordinario sito mette insieme storia, archeologia e memoria in dialogo con il presente. Affrontando l’incompletezza dei resti del Teatro Romano, abbiamo esteso il nostro compito oltre l’archeologia convenzionale per consentire una continuità di scopo che ci riporta alla funzione storica del sito come infrastruttura urbana.
Durante l’elaborazione della proposta ci siamo interessati al processo di ricerca di una serie di soluzioni attraverso uno studio attento di ciò che è rimasto insieme alla consapevolezza di ciò che è stato perso, e abbiamo cercato di trovare un equilibrio tra i due – non si tratta di un processo
strettamente scientifico – con il fine di creare una nuova realtà fisica. Ristabilendo la geometria dell’emiciclo, ad esempio, diamo un ordine a questi antichi frammenti e facciamo rivivere il senso dello spazio del Teatro Romano piuttosto che ricreare ciò che un tempo esisteva. In questo modo, cerchiamo di reintegrare il passato nella vita quotidiana della città di Brescia, di vivere in continuità con esso piuttosto che accanto ad esso”.
Sir David Chipperfield
“Recuperare il teatro romano è un obiettivo che ho da sempre e, come avevo promesso ai bresciani, finalmente il processo che porterà al restauro, prima, e alla rifunzionalizzazione, poi, si è davvero avviato. Brescia ha la fortuna di possedere un enorme patrimonio archeologico di grande valore, sono pochissime le città italiane ad avere un sito come il nostro al di fuori dell’area Romana, patrimonio che abbiamo il dovere di custodire con intelligenza e lungimiranza.
In questo luogo, il cuore antico della città, convivono un museo e un teatro, in stretto dialogo fra loro. Immaginare il recupero del teatro significa ridisegnare insieme un nuovo concetto urbano di convivialità e comunità. Come tutti i processi complessi, è necessario darne avvio per comprendere e scoprire come cambieranno la percezione e la capacità di accogliere e includere questa nuova agorà pubblica nel complesso museale della città. Non vediamo l’ora di farlo”.
Laura Castelletti, Sindaca Comune di Brescia
“L’8 aprile 2025 è una data emblematica per la storia della Fondazione Brescia Musei. Giunge a piena maturazione oggi un primo triennio di intenso lavoro, sviluppato dall’ente culturale bresciano insieme al Comune di Brescia – in continuità logica e cronologica con l’altrettanto emblematico programma di valorizzazione della Vittoria Alata, esitato con la sua musealizzazione in Capitolium -, un lavoro dedicato all’idea che lo straordinario spazio urbano rappresentato dal Teatro romano di Brescia potesse trovare una concreta, nuova, vocazione da affiancare a quella culturale e archeologica. Sono grata alle preziose collaborazioni che hanno consentito di acquisire il momentum che ci sta portando oggi a presentare il visionario progetto di uno dei più grandi architetti contemporanei, sir David Chipperfield, nella mia amata città. Un progetto capace di armonizzare in modo mirabile le istanze della tutela archeologica con quelle della valorizzazione in chiave contemporanea restituendo al teatro la sua antica e originaria funzione.
Tantissime sono le persone che hanno aiutato, ma scientificamente siamo debitori soprattutto ai due cari amici Pierre-Alain Croset e Alberto Ferlenga, per il loro instancabile supporto nello studio per il recupero del sito. E insieme a loro i professori Massimo Osanna e Guido Beltramini, stimati membri del nostro Comitato scientifico, che dall’estate 2021 ci stanno affiancando in questa avventura.
Oggi festeggiamo un traguardo civico, emblematico della restituzione del patrimonio fondativo della città avviato dal Comune 50 anni fa, e mettiamo in campo i basilari per una nuova infrastruttura che
a propria volta diventerà un bene culturale essa stessa, consentendo ai cittadini bresciani e ai tanti, sempre più numerosi, ospiti della nostra bellissima città di rientrare in contatto con la propria cultura e, attraverso il teatro, identificarsi in quel sistema unico che essa rappresenta, dal Corridoio UNESCO all’intero sistema museale bresciano”.
Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei
“In questa giornata non annunciamo solo la consegna, alla Fondazione Brescia Musei e alla città, di un grande, visionario, progetto per il futuro del Teatro romano di Brescia, ma documentiamo anche le tante affinità elettive che in questi anni hanno generato il momento attuale. In primis, con la Camera di Commercio di Brescia, a cui siamo profondamente grati non solo per il sostegno economico, nell’ambito della valorizzazione del territorio, di cui ha beneficato il progetto; ma anche per l’affinità culturale manifestata nell’ottobre 2023 con CCIAA e Futura Expo nell’organizzazione del Convegno nazionale dedicato alla sostenibilità e al patrimonio culturale, in cui abbiamo tratteggiato una “carta di Brescia”, partendo dal teatro romano. E poi il Comune di Brescia, con il quale la totale condivisione di intenti ci ha già consentito, lo scorso anno, di attivare una prima fase di lavori per l’accessibilità al sito e il recupero di Palazzo Maggi Gambara, grazie all’essenziale collaborazione della Fondazione di Comunità Bresciana e, di conseguenza, di Fondazione Cariplo. La mia grande soddisfazione viene anche dalla consapevolezza che al progetto di oggi si arriva dopo una graduale maturazione, alimentata dai successi, come il Convegno nazionale dedicato al futuro del Teatro romano di Brescia nell’aprile 2022, e anche da frustrazioni, come il riconoscimento della qualità del progetto di infrastrutturazione e accessibilità fisica e sensoriale – nella graduatoria del bando PNRR accessibilità 2022 – congelata però dalla mancata di assegnazione, per incapienza di fondi sufficienti. Da domani, 9 aprile 2025, inizia una nuova fase, che auguro improntata alla più stretta collaborazione con la Soprintendenza Belle Arti Architettura e Paesaggio, con cui sono già intercorsi i primi positivi confronti, e con il la Direzione Generale della tutela del MiC, per fare del progetto del nuovo Teatro romano di Brescia un vero e proprio caso emblematico di restituzione e valorizzazione, come nel recente passato sono stati il Teatro Grande di Pompei o quello di Ostia antica, o come auspicabilmente nel futuro saranno altri siti attualmente in trasformazione, come il Teatro romano di Trieste, a cui pure come Fondazione Brescia Musei stiamo collaborando. I miei più sentiti ringraziamenti per i tre anni di lavoro che sono coronati oggi dalla presentazione del “progetto Chipperfield” a tutti i collaboratori di Brescia Musei: quelli presenti e quelli passati, come l’archeologa Francesca Morandini, oggi in forza al Comune di Verona, ente con il quale auspico che in futuro attiveremo, proprio nell’ambito dello spettacolo teatrale antico, una stretta collaborazione”.
Stefano Karadjov, Direttore Fondazione Brescia Musei
“La Camera di Commercio di Brescia ha deciso di sostenere le fasi di progettazione del recupero del Teatro Romano nella convinzione che possa diventare un ulteriore ed efficace attrattore, che si va ad aggiungere ai tesori che la città custodisce e svela ai propri visitatori”.
Massimo Ziletti, Segretario Generale dell’Ente camerale di Brescia
“Il progetto di identità visiva presentato oggi si colloca tra passato e futuro, tra futuro e presente.
I frammenti delle lettere che compongono il nome TEATRO ROMANO BRESCIA come reperti archeologici sono raccolti e ordinati, in attesa di essere ricomposti per esprimere le molte anime del Teatro: il monumento, lo spettacolo e la scena, il progetto culturale. Un luogo che prende voce nell’espressività tipografica attraverso un linguaggio visivo radicato nella storia ma attuale, aperto, accessibile, in un progetto che ha l’obiettivo di garantire coerenza visiva alla comunicazione e, da ultimo, rafforzare il senso di appartenenza del pubblico al teatro e del teatro alla città”.
Paolo Tassinari, Studio TassinariVetta
Fondazione Brescia Musei è una fondazione di partecipazione pubblico–privata presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov. Fanno parte di Fondazione Brescia Musei Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, Museo di Santa Giulia, Pinacoteca Tosio Martinengo, Museo delle Armi Luigi Marzoli, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, Castello di Brescia Falco d’Italia e Cinema Nuovo Eden. I Musei Civici di Brescia sono inclusi nell’offerta di Associazione Abbonamento Musei.