L’Archivio Tano Festa prosegue nel suo ambizioso progetto di mettere ordine nella produzione del grande artista romano, uno dei maggiori esponenti della Scuola di Piazza del Popolo, ascrivibile al movimento della Pop Art, insieme a Mario Schifano e Franco Angeli, nell’intento di divulgare la corretta conoscenza del suo percorso artistico dagli esordi fino alla prematura scomparsa, avvenuta nel gennaio del 1988.
Oggi è finalmente consultabile sui siti www.tanofesta.it e www.catalogogeneraletanofesta.it, il catalogo della grafica che raccoglie più di 600 opere recuperate ed archiviate nell’arco di vent’anni da Anita Festa, figlia primogenita e curatrice del legittimo archivio dal 2001 ad oggi.
Seguendo il criterio dell’ordine cronologico e della sequenza tematica il catalogo consente a chiunque, sia appassionato che storico dell’arte, di conoscere in maniera scientificamente attendibile e aderente alla realtà le molteplici tecniche pittoriche e tematiche esplorate dall’artista nel corso trentennale del suo lavoro.
Con questo ulteriore uscita editoriale, che segue quella del catalogo generale dei dipinti, l’Archivio Tano Festa taglia il traguardo delle 2.342 opere pubblicate tra pittoriche e grafiche, arrivando a un prodotto editoriale mai esistito prima così completo su questo geniale artista della seconda metà del 900 troppo a lungo dimenticato.
Dice Anita Festa: “Sono davvero contenta di essere finalmente riuscita a realizzare questo catalogo che da anni sognavo di pubblicare, un’opera imprescindibile che permetterà di conoscere in maniera autentica e apprezzare davvero l’opera di mio padre. Mi auguro che a seguito di questa imponente operazione di ricostruzione, egli possa ricevere il tributo che ancora oggi il mondo dell’arte non gli ha reso e che possa essere conosciuto così dal grande pubblico come merita da più di trent’anni”.
Tano Festa (1938-1988). Note biografiche
Gaetano Festa nasce a Roma il 2 novembre 1938.
Frequenta l’Istituto d’Arte, diplomandosi nel corso di Fotografia Artistica nel 1957. Non passerà molto tempo che già nel 1960 è alle prese con la sua prima mostra, una collettiva alla Galleria “La Salita” di Gian Tomaso Liverani a Roma. Sebbene la data ufficiale del suo esordio sia proprio questa, in realtà il primo ad esporre una sua opera fu Sante Monachesi nella propria Galleria “Porto Novo” in via del Babuino.
In quegli anni gli incontri significativi erano già avvenuti: Festa era amico di Franco Angeli sin dalla fine degli anni ’50, mentre il fratello di Festa, Francesco Lo Savio, era amico di Mario Schifano. Proprio in quell’anno, nel 1960, la Galleria “Odyssia” organizzò con Francesco Arcangeli, Marco Valsecchi e Giulio Carlo Argan una mostra della “New Generation in Italian Art” a New York. Fra i molti artisti presenti in quella mostra americana Bendini, Dorazio, Guerreschi, Perilli, Pomodoro, Scanavino e altri ancora. Solo un paio di anni prima, nel 1958, Milano aveva ospitato la “Nuova pittura americana” al Padiglione d’Arte Contemporanea.
Erano gli esordi di anni “effervescenti”, anni nei quali Roma sembrò essere la città che, meglio delle altre, seppe interagire con i nuovi afflati artistici internazionali, in particolar modo con gli Stati Uniti. La cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo” prima di ottenere tale nome con diritto dovette attendere il 1963, anno in cui la Galleria “La Tartaruga” si trasferì nella piazza suddetta, divenendo il centro di coagulo delle effervescenze romane. In quella occasione il gallerista Plinio De Martiis organizzò una mostra che vide allineati alle pareti del nuovo spazio espositivo Angeli, Bignardi, Festa, Fioroni, Kounellis, Mambor, Mauri, Novelli, Perilli, Rotella, Saul, Tacchi e Twombly: il titolo dell’esposizione era “13 artisti a Roma”. è il periodo degli “oggetti” di Festa, della costruzione, meglio, dell’utilizzo degli oggetti estrapolati dal contesto usuale.
Nel 1966 Milano dedicò una rilevante mostra al cinquantenario del Dadaismo (1916-1966). È importante ricordare che Festa fu tra i giovani pittori invitati e che il contatto visivo con Arp e Man Ray fu di certo di grande impatto. Nel 1966 Festa era già noto, aveva partecipato alla Biennale del 1964, era stato presente anche alla Quadriennale del 1965, ma non si era certo chiuso in questi confini. Nel ’60 era già stato a Chicago, nel ’67 a New York e nel ’65 il suo legame con Parigi, grazie anche a Pierre Restany, si consolidò ulteriormente. Un legame, quello con la Francia, che si interruppe bruscamente nel 1962, quando, seppur vincitore di una borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione, rimase nella capitale francese solo per un mese circa. Nel 1970 si sposa con Emilia Emo Capodilista, dalla quale avrà due figlie: Anita e Almorina. Il matrimonio finirà dopo tre anni di unione. Gli inizi degli anni ’70 lo vedranno tramutare i suoi “oggetti” in dipinti di oggetti. Ma anche questo percorso verrà in breve tempo consumato. Tano Festa scoprì molto presto altre tecniche e altri “inganni”. Tra le prime cose che Festa realizza a riporto fotografico vi è una serie di piazze riprese da foto degli Alinari; seguiranno le riproduzioni di quadri del passato, sino ad arrivare alla “periodicizzazione” di frammenti della Cappella Sistina. Il riporto fotografico era realizzato in collaborazione con lo Studio di Mimmo Capone. Festa parteciperà a due mostre importanti: “Vitalità del negativo” (sintesi dell’arte italiana dal ’60 al ’70) e “Contemporanea” (panorama storico internazionale dal ’55 al ’73), curate da Achille Bonito Oliva.
Dal 1978 in poi su Tano Festa scende il silenzio. Seppur presente nelle Biennali e negli appuntamenti più importanti, Festa viene quasi dimenticato. L’impegno costante nel suo lavoro lo portò a elaborare nuovi temi, nuovi linguaggi. Così, a metà degli anni ’70, arriverà ai famosi “Coriandoli”, che rappresenteranno una sorta di abbandono del passato. Con queste opere Festa dà una svolta alla sua poetica, in qualche modo rompe con le precedenti immagini per risvegliare una creazione visionaria alquanto ricca e vitale. Una pittura, quella di Tano Festa degli anni ’80, che aveva ridestato l’attenzione su di lui. Una magia interrottasi il 9 gennaio del 1988.