In libreria da marzo 2025, Skira presenta la nuova importante monografia (edizione inglese) dedicata a Marina Abramović (Belgrado, 1946), una delle artiste contemporanee più acclamate e dibattute.
Il volume, dal titolo Transforming Energy, curato da Shai Baitel, direttore artistico del MAM -Modern Art Museum a Shanghai (Cina), in stretta collaborazione con l’artista stessa, racconta la storia di come Marina Abramović abbia scoperto ed esplorato il potere delle pietre e dei cristalli, e la loro capacità d’immagazzinare l’intera storia della terra e di trasportarne e trasmetterne l’energia.
I cristalli sono principalmente legati ai Transitory Objects, una serie di oggetti che Marina Abramović ha creato nel corso degli anni per incarnare l’energia e innescare esperienze fisiche e mentali nel pubblico attraverso l’interazione diretta.
Ispirato a una delle performance più iconiche di Marina Abramović, la sua passeggiata lungo la Grande Muraglia in Cina con l’artista tedesco Ulay nel 1988, e pubblicato in occasione della sua prima esposizione personale in Cina, al MAM di Shanghai, Transforming Energy propone un’ampia selezione di fotografie inedite di quella famosa azione, insieme a una serie di nuove opere, create appositamente per questa significativa indagine sul suo lavoro.
“La performance – scrive Shai Baitel – ha lasciato Abramovic con un senso di smarrimento, portandola a un profondo coinvolgimento con le proprietà energetiche delle pietre preziose e dei cristalli. Questi cristalli sono diventati per lei un mezzo per entrare in contatto con sé stessa e con l’umanità, aiutandola a trovare risposte interiori”.
La sua personale teoria sui cristalli e sull’energia viene illustrata attraverso disegni, immagini delle sue creazioni e altre fonti che descrivono la sua visione dei cristalli e la “meditazione con i cristalli” che le sue opere vogliono ispirare. Questi lavori abbracciano diversi decenni e comprendono pezzi nuovi, oggetti in cristallo provenienti da luoghi, come le miniere del Brasile, nonché i Transitory Objects, che invitano lo spettatore ad andare oltre la semplice interazione con l’arte materica, incoraggiandolo a confrontarsi con l’energia e l’essenza concettuale delle opere.