Il Complesso monumentale della Pilotta di Parma e Google Arts & Culture per il progetto digitale “Svelare Leonardo”

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Complesso monumentale della Pilotta
Parma, Piazzale della Pilotta, 15

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Dal 3 luglio 2023

Il Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, diretto da Simone Verde, prende parte a “Svelare Leonardo”, il nuovo hub digitale su Google Arts & Culture che porta online storie su Leonardo da Vinci curate da 28 istituzioni culturali internazionali per una nuova esplorazione del genio del Rinascimento.

 

Leonardo da Vinci è l’emblema del Rinascimento: inventore, scienziato, artista figurativo… “Svelare Leonardo” è un nuovo hub digitale che permette di esplorare la vita, l’opera e l’eredità del grande genio e porta online per la prima volta oltre 1.300 pagine dei suoi codici. La retrospettiva, disponibile per tutti su Google Arts & Culture, è curata da esperti di 8 paesi, tra cui il Castello Sforzesco di Milano, i Musei Reali di Torino, il Complesso Monumentale della Pilotta di Parma e il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, offre uno sguardo sulla creatività sconfinata del genio del Rinascimento. L’hub digitale include storie sulla vita di Leonardo, le sue incredibili invenzioni che possono essere viste in 3D, oltre ai suoi capolavori pittorici. L’Experiment “Inside the Genius Mind” si avvale dell’aiuto del Machine Learning e della curatela del Professor Martin Kemp per immergersi nei misteri dei manoscritti di Leonardo.

 

La Galleria Nazionale di Parma nel Complesso Monumentale della Pilotta, partecipa con Testa di donna, detta “La Scapigliata”, una tavola (24,7×21 cm), realizzata tra il 1492 e il 1501 ca. da Leonardo da Vinci.

Secondo alcune ipotesi il dipinto di Leonardo potrebbe essere stato donato dal nobile Nicola Maffei alla duchessa Isabella d’Este che lo fece sistemare nell’appartamento privato di Margherita Paleologa, andata in sposa al figlio Federico II Gonzaga nel 1531.

Rimasta probabilmente in Lombardia fino al Settecento senza notizie certe, la Scapiliata si ritrova nella raccolta del pittore e scultore Gaetano Callani che soggiornò a Milano dal 1773-78. Dopo la sua morte il figlio Francesco la vendette all’Accademia di Belle Arti di Parma e nel 1839 l’opera di Leonardo entra ufficialmente nelle raccolte ducali parmensi.

 

Il titolo dipinto deve il suo nome alla capigliatura a ciocche scomposte che circonda il volto della fanciulla. Non sappiamo se si tratta di un ritratto o se questa testa femminile possa avere rapporto con qualche tema religioso. Pur non conoscendo l’identità del soggetto raffigurato il suo fascino rimane intatto.

Il disegno della chioma della giovane donna può essere collegato alle parole che Leonardo scrive nel Libro di pittura «Fa tu adunque alle tue teste gli capegli scherzare insieme col finto vento intorno agli giovanili volti, e con diverse revolture graziosamente ornargli», una tecnica utilizzata dall’artista per dare al personaggio naturalezza, senso del movimento e vivacità espressiva.

Il tratteggio appena abbozzato dei capelli, che sembrano gonfiarsi come mossi dal vento per poi ricadere sulle spalle in piccole onde serpentinate in forte contrasto con il calibrato effetto di luce che mette in risalto la fronte ampia, il naso diritto e il mento piccolo e rotondo della giovane donna fanno supporre che Leonardo abbia volutamente lasciato l’opera non finita piuttosto che si tratti di uno schizzo di lavoro.

L’atteggiamento della fanciulla col capo reclinato, lo sguardo dolcemente assorto e il sorriso velato, lievemente ambiguo che le increspa appena le labbra, mostra forti somiglianze con le tipologie delle figure presenti nella seconda versione della Vergine delle Rocce (Londra, National Gallery), databile al 1493- 1506/8.

Il tema della Scapiliata ebbe grande successo già all’epoca di Leonardo, come dimostra la ripresa del soggetto da parte di allievi dell’artista o di altri pittori contemporanei e le numerose copie che ne sono derivate nei secoli.

 

In occasione delle celebrazioni per il Cinquecentenario della morte di Leonardo, La Scapiliata è stata oggetto di una mostra, curata da Pietro C. Marani e Simone Verde, tenutasi a Parma nell’estate del 2019. L’esposizione ha indagato la fortuna del capolavoro vinciano attraverso alcuni dipinti e disegni di ambito fiorentino precedenti o contemporanei a Leonardo in cui il tema dei capelli, scomposti, come fiamme ondeggianti nell’aria a causa del vento, era ripreso da Leon Battista Alberti nel De Pictura, o derivazioni antiche, tra cui figuravano le opere di Giovanni Agostino da Lodi, il Maestro della Pala Sforzesca e Bernardino Luini che rivelavano assonanze e derivazioni dirette dalla tavoletta leonardesca, o ancora con alcune copie note, con particolare attenzione a quella settecentesca. In quella occasione, la Scapiliata era stata sottoposta a indagini scientifiche al fine di rilevare la tecnica pittorica e i pigmenti utilizzati dall’artista nelle varie fasi di esecuzione dell’opera.

 

La presenza di Leonardo da Vinci alla Galleria Nazionale di Parma viene evocata anche attraverso la figura del pittore Gaetano Callani, nella cui collezione si trovava la Scapiliata, autore del ritratto ad acquerello e china su carta di Leonardo da Vinci nel suo studio, realizzato nel 1780, dalla sua trasposizione in acquaforte (1782) di Domenico Cunego e da un ritratto dello stesso Callani, dipinto dalla figlia Maria nel 1802.

 

“Leonardo da Vinci, pioniere dell’arte, della scienza e dell’innovazione, ha ampliato enormemente gli orizzonti della nostra conoscenza. La sua eredità è ancora oggi di grande ispirazione per numerose professioni e discipline. Grazie ai nostri 28 partner internazionali, su Google Arts & Culture diventano accessibili oggi storie curate da esperti ed esperienze di visualizzazione interattiva alla scoperta di una delle più grandi menti della storia”. Amit Sood, Founder and Director di Google Arts & Culture

 

Il progetto offre anche nuovi modi per interagire con i codici di Leonardo: grazie alla Google AI Image generation Research, l’Experiment “Da Vinci Stickies” permette agli utenti di unire i disegni di Leonardo dando vita a nuove, sorprendenti idee e creazioni.

 

Scoprite “Svelare Leonardo” su Google Arts & Culture tramite app iOS o Android oppure online su goo.gle/leonardo.

 

 

About Google Arts & Culture

Google Arts & Culture è la piattaforma tecnologica sviluppata da Google che permette agli utenti di esplorare opere d’arte, manufatti e molto altro tra oltre 3000 musei, archivi e istituzioni culturali da più di 90 paesi del mondo. Disponibile sul web, da laptop e dispositivi mobili, o tramite app per iOS e Android, la piattaforma è pensata come un luogo in cui esplorare e assaporare l’arte e la cultura online.

 

La Pilotta, imponente palazzo simbolo del potere ducale dei Farnese, centro storico e civile della città di Parma, è oggi un Complesso Monumentale unico.

Il Teatro Farnese, la Galleria Nazionale di Parma, il Museo Archeologico Nazionale, la Biblioteca Palatina e il Museo Bodoniano, uniti da una storia antica, con collezioni ricche di piccoli e grandi tesori, e poi separati nel tempo, ritrovano dal 2016 la loro unità, dando vita ad un centro culturale e scientifico che si apre ad un nuovo dialogo coi cittadini.

 

Il Palazzo della Pilotta

Concepito originariamente come contenitore dei servizi della corte farnesiana atto ad integrare il sistema delle residenze ducali, la realizzazione del monumentale palazzo della Pilotta ebbe inizio con ogni probabilità intorno al 1583, durante gli ultimi anni del ducato di Ottavio Farnese (1547-1586) su progetto dell’urbinate Francesco Paciotto. I lunghi corridoi erano disposti ortogonalmente a delimitare una vera e propria “cittadella”, connessa con il distrutto palazzo Ducale e con quello del Giardino, sito sull’altra sponda del Torrente Parma. Il suo sistema di cortili interni e il parato in rustici mattoni, erano destinati a contenere magazzini, scuderie, caserme, nonché una grandiosa sala d’armi poi trasformata in teatro di corte. Il complesso deriva il suo nome dal gioco nobiliare della “pelota” che si praticava nei suoi cortili in particolari occasioni di rappresentanza. Già sede di una selezionata quadreria ducale e di una raccolta libraria in epoca farnesiana, la Pilotta, durante la ducea di Don Filippo di Borbone (1748-1765), ospita l’Accademia di Belle Arti con la sua collezione artistica, da cui poi avrà origine la Galleria Nazionale, la Biblioteca Palatina, il Museo Archeologico e il Museo Bodoniano. Separati dopo l’Unità d’Italia, questi istituti culturali dal 2016 hanno ritrovato la loro unità, dando vita a un complesso monumentale unico che si apre oggi a un nuovo dialogo con la cittadinanza.

 

Teatro Farnese

Costruito nel 1618, il Farnese è il primo teatro moderno dell’Occidente. Edificato in brevissimo tempo con materiali leggeri come il legno e lo stucco dipinti, nacque per volontà di Ranuccio I per festeggiare con grande sfarzo la sosta di Cosimo II de’ Medici a Parma, in occasione di un viaggio a Milano. Esito di una ricerca architettonica nelle corti italiane durata più di un secolo, venne progettato da Giovan Battista Aleotti che ne fece il primo spazio stabile per rappresentazioni, provvisto di un sistema ingegneristico per scenografie mobili. Inaugurato nel 1628 venne utilizzato per le feste e gli spettacoli ducali, in occasione di matrimoni o importanti visite di Stato.

 

Museo Archeologico Nazionale

Il Museo Archeologico Nazionale di Parma riapre al pubblico dopo imponenti lavori di ristrutturazione con un allestimento completamente rinnovato, in grado di garantire idonee condizioni di conservazione e sicurezza dei reperti esposti e di potenziare le condizioni di fruibilità del patrimonio. Il nuovo percorso, che si snoda in senso cronologico, prende le mosse idealmente dalla prima vetrina, in cui campeggia al centro un grande bifacciale proveniente dalla Francia, attorniato da altre schegge e strumenti italiani e francesi, proseguendo poi con i reperti del territorio parmense, che ne raccontano la storia dal Paleolitico all’Età del Ferro. Le sale dedicate a Veleia, città romana scavata nel Settecento per volere di Don Filippo di Borbone, rappresentano lo snodo fra le sale delle collezioni dell’Ottocento, costituite da reperti etruschi e romani di provenienza italiana, dal ricco medagliere e dalla sezione egizia, e la prosecuzione della storia di Parma dall’età Romana all’Alto Medioevo, termine della nuova esposizione e raccordo con il racconto che inizia in Galleria Nazionale dalla Sala dell’Antelami.

 

Galleria Nazionale

A metà del XVII secolo la celebre Collezione Farnese venne trasportata da Roma a Parma, facendone una delle capitali culturali dell’Europa del tempo. Tale privilegio non durò a lungo e nel 1734 l’intera raccolta venne trasferita a Napoli da Carlo di Borbone, che lasciò disadorne tutte le residenze del ducato. Sarà l’arrivo, nel 1748, del duca Filippo di Borbone, e della moglie Luisa Elisabetta di Francia, figlia di Luigi XV, a risarcire la città. La fondazione dell’Accademia di Belle Arti, istituita nel 1752 con propositi illuministi, i saggi degli allievi e i dipinti vincitori dei famosi concorsi, assieme a nuove e copiose raccolte ducali, risultato di una complessa storia di commissioni, acquisti e donazioni, controbuirono alla nascita dell’attuale Galleria e alla sua summa spettacolare di capolavori. La trasformazione successiva in “museo” la si deve a Maria Luigia d’Austria che, agli inizi dell’Ottocento, incaricò l’architetto Nicola Bettoli e il pittore Paolo Toschi di progettare una nuova sistemazione espositiva capace di dare massimo risalto alle grandi pale d’altare di Correggio, rientrate dopo gli espropri napoleonici, accanto ai numerosi dipinti e alle nuove acquisizioni. Nacque così la prima Galleria Ducale, profondamente modernizzata nell’ultimo scorcio del Novecento.

Il percorso espositivo, completamente riallestito e riqualificato, è stato riaperto al pubblico nel giugno 2023.

 

Biblioteca Palatina

Venne inaugurata nel maggio 1769 con la manifesta volontà politica di dotare il ducato di una biblioteca a beneficio e utilità pubblica, perseguendo l’illuminato progetto culturale del primo ministro Guillaume Du Tillot e in risposta al trasloco della biblioteca Fanese a Napoli. Vero e proprio modello di istituzione culturale illuminista, sita in saloni disegnati dalla mano esperta di Petitot e Bettoli, è nota al mondo per i suoi fondi ebraici e per la sua collezione unica di incunaboli e manoscritti.

 

Museo Bodoniano

Il Museo Bodoniano è il più antico museo della stampa in Italia, inaugurato nel 1963 in occasione del 150° anniversario della morte di Giambattista Bodoni, il tipografo piemontese che rese Parma capitale mondiale della stampa a partire dalla seconda metà del ‘700. Primo nel suo genere in Italia e tra i più importanti d’Europa, raccoglie l’epistolario, le edizioni, nonché i punzoni, le matrici e la suppellettile tipografico-fusoria dell’officina privata di Giambattista Bodoni.

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