Mercoledì 9 ottobre 2024, alle ore 17.00, la Sala Aldo Bassetti della Pinacoteca di Brera a Milano (via Brera 28) ospita la presentazione del volume Gian Alberto Dell’Acqua. Ricordi di una lunga vita, pubblicato da Skira Arte.
Partecipano all’incontro Angelo Crespi, Direttore Generale della Pinacoteca di Brera e Biblioteca Nazionale Braidense, Sandrina Bandera, storica dell’arte e già Direttore della Pinacoteca di Brera, Maria Teresa Fiorio, storica dell’arte, già Direttore delle Civiche Raccolte d’Arte di Milano.
Il libro ripercorre la vicenda personale di Gian Alberto Dell’Acqua, che Paolo Grassi, riassumendo gli aspetti salienti della sua personalità, definiva il “gentiluomo delle arti figurative”.
La signorilità dei modi, la grande correttezza, la dedizione al lavoro inteso come servizio, la capacità di ascolto e di mediazione, sono tratti ben chiari nel ricordo di chi l’ha conosciuto. E anche il racconto della sua vita lunga e operosa, che Dell’Acqua aveva pensato di riservare ai suoi familiari ma che ora si aggiunge alle testimonianze con cui Brera ha voluto rendere omaggio ai suoi più grandi soprintendenti, conferma quelle doti che ne hanno resa indimenticabile la memoria.
Dalla formazione alle esperienze della Biennale di Venezia, dai viaggi alla ricchissima biblioteca dedicata alla passione per la filosofia, Dell’Acqua racconta la propria vita e analizza gli interventi più importanti fatti come soprintendente, dal 1957 al 1973: le acquisizioni, che arricchirono la Pinacoteca di opere specialmente lombarde – da Giovanni da Milano, al Cairo, al Cerano, al Procaccini – nonché lo straordinario acquisto dei Tarocchi di Bonifacio Bembo; e poi i tanti restauri condotti con Mauro Pellicioli e con i molti restauratori di fiducia, da Ottemi della Rotta, a Mario Rossi, a Guido Fiume, incontrato, giovane partigiano, durante la guerra. Ricorda l’autorizzazione concessa alla chiesa di San Fedele di collocare su un altare dell’antico edificio tibaldiano la pala in ceramica policroma di Lucio Fontana. Altra importante iniziativa, destinata a mutare la fisionomia di Brera aprendola alla modernità, l’acquisto nel 1972 di Palazzo Citterio. Ma nel riandare a quegli anni ormai lontani, Dell’Acqua non dimentica i suoi diretti collaboratori, a tutti riserva un pensiero. Un ricordo va anche ai suoi successori, al loro infaticabile lavoro che ha caratterizzato la vita di Brera.