Dalla collaborazione decennale tra SEA Aeroporti di Milano e Museo MA*GA nasce WOW! Walls of Wonder, progetto nato con l’idea di trasformare gli spazi dell’aeroporto attraverso installazioni site specific di giovani artisti italiani con l’obiettivo di indagare non solo l’architettura ma, in modo più ampio, la dimensione antropologica ed estetica dello spazio aeroportuale andando a cogliere quei punti, delicatissimi, in cui funzionalità, attesa e necessità estetiche si incontrano. WOW! è un progetto ideato e coordinato da SEA. La cura del progetto è di Emma Zanella e Alessandro Castiglioni, rispettivamente direttrice e vicedirettore del Museo MA*GA, con il coordinamento tecnico di Monica Faccini.
Dopo un lungo processo di selezione e produzione, guidato dal gruppo di lavoro di SEA e dai due curatori del MA*GA, vengono inaugurate tre opere site specific di Andrea Crespi, Marco Giordano e Alice Ronchi come interventi permanenti all’interno degli spazi dedicati ai passeggeri in partenza e in arrivo, offendo opportunità di riflessione e occasioni di sorpresa e ridefinendo, in un caso unico in Italia, i canoni funzionali degli spazi aeroportuali.
Nel corso degli anni, la collaborazione tra le due istituzioni, denominata SEA e MA*GA per l’Arte ha portato alla creazione di importanti progetti sperimentali dedicando particolare attenzione agli spazi aeroportuali del Terminal 1: dalle installazioni di Ugo La Pietra e Missoni alle proiezioni della Andy Warhol’s T.V. realizzate in collaborazione con MEET Digital Center e l’Andy Warhol Museum.
Oggi il progetto WOW! – Walls of Wonder rappresenta uno sviluppo ulteriore di questa ambiziosa collaborazione.
Andrea Crespi, In Every Journey (Love is the destination), 2024
20 pannelli in plexiglass, vinile adesivo
Andrea Crespi lavora tra media fisici e digitali, sviluppando ricerche che toccano questioni quali la trasformazione sociale e la rivoluzione digitale. L’illusione ottica è parte di questa ricerca, metafora di costante trasformazione ma anche del rischio di confusione e malinteso nei processi di trasmissione delle informazioni. Le sue opere sono state esposte in prestigiosi musei nazionali e internazionali, tra cui il Museo MA*GA, la Triennale di Milano, il CAFA Art Museum di Pechino, Times Square a New York e l’Art Space di Dubai.
In Every Journey (Love is the destination) accompagna i viaggiatori in partenza. Ad ogni quadro dell’installazione corrisponde una lettera della frase Love is the destination che emerge dalla vibrazione optical di un pattern bianco e nero. Il titolo dell’opera ne completa poi il significato.
Un invito, un augurio ma anche uno statement sociale valido, come ricorda l’artista, “per qualsiasi viaggio intrapreso, che sia fisico, emozionale o spirituale” e considera “l’amore una forza motrice dell’esistenza umana”.
Alice Ronchi, True Care, 2024
Smalto, policarbonato, alluminio
Nell’opera di Alice Ronchi spesso la realità quotidiana incontra la fantasia. La sua poetica attraversa i linguaggi, dalla pittura all’installazione, e presenta materiali, forme e colori che con morbidezza e sorpresa vanno alla ricerca di intimità e meraviglia.
Alice Ronchi è docente di scultura presso Naba, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano Nel 2021 ha realizzato il trofeo del Gran Premio di Imola, commissionato da Pirelli. Ha esposto in istituzioni come: MAMbo di Bologna e al MAXXI di Roma, Stadtgalerie a Kiel (Germania), Zuidas Public Space ad Amsterdam, Galleria Civica di Trento, Galerie Mark Müller a Zurigo, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino. Nel 2024 vince con il Museo di Lissone il PAC 2024 – Piano per l’Arte Contemporanea del Ministero della Cultura.
True Care è un’installazione site specific che mette in dialogo due aree dell’aeroporto che non si incontrano mai: le partenze e gli arrivi. Una pittura astratta disseminata su più livelli trasparenti, come scrive l’artista, “crea un paesaggio onirico ed intimo caratterizzato da colori avvolgenti e rassicuranti che possa accogliere il viaggiatore e accompagnare lo sguardo delle persone che lo attraversano.
La mia intenzione era di lavorare sull’atmosfera che vorrei generare in quel luogo così specifico, un luogo di passaggio e di attesa privo di un punto focale empatico, colorato e riflessivo.
Vorrei generare una presenza poetica”.
Marco Giordano, Sulla Punta Della Domanda/On the Tip Of The Question, 2024
Sculture cinetiche, metallo e vetroresina
Marco Giordano lavora sulle soglie e sviluppa processi trasformativi attraverso installazioni ambientali che coinvolgono materiali organici e tecnologici; strutture dalla forte presenza materica ed elementi immateriali come luce e suono.
Tra le istituzioni che hanno ospitato il suo lavoro si ricordano: La Pinacoteca Agnelli, The Modern Institute, Glasgow; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Jupiter Artland, Edinburgh; MAMbo di Bologna, MAXXI di Roma, Museo del Novecento, Firenze.
Sulla Punta Della Domanda è un’opera composta da tre sculture aeree cinetiche installate nei lucernai di una delle aree più sensibili dell’aeroporto: all’arrivo, nell’attesa prima del controllo dei documenti. I colori e i movimenti delle tre installazioni, attraverso la loro vibrazione cromatica, tenue e costante, sono un invito alla calma, uno spunto visivo per una riflessione sul tempo, sul suo costante fluire e sui meccanismi che, un poco alla volta, ci muovono, ci spostano, proprio sul punto in cui ci troviamo di fronte ad un passaggio in cui una domanda ci viene posta.
Le opere si trovano tutte nella zona accessibile solo ai passeggeri e in particolare, quelle di Marco Giordano sono al controllo passaporti non Schengen, mentre l’opera di Alice Ronchi si trova nel corridoio transiti, infine quella di Andrea Crespi è sita nel corridoio del satellite centrale che porta ai gate.