A BRESCIA, FINO AL 12 GIUGNO 2022 UNA GRANDE MOSTRA COLLEGA PALAZZO MARTINENGO E IL MUSEO DIOCESANO  

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Informazioni

DONNE NELL’ARTE. Da Tiziano a Boldini
Brescia, Palazzo Martinengo (via dei Musei 30)
Fino al 12 giugno 2022
Orari:
mercoledì, giovedì e venerdì, dalle 9:00 alle 17:00; sabato, domenica e festivi, dalle 10:00 alle 20:00
lunedì e martedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti (audioguida compresa):
intero, €12,00; ridotto, €10,00; ridotto scuole, €6,00
Informazioni: tel. 392-7697003; mostre@amicimartinengo.it
Sito internet: www.donnenellarte.it

SACRO AL FEMMINILE. Opere degli allievi di Moretto
Brescia, Museo Diocesano (via Gasparo da Salò, 13)
Fino al 12 giugno 2022
Orari:
tutti i giorni, tranne mercoledì, 10.00 – 12.00; 15.00 – 18.00
Ingresso alla mostra e alle collezioni del Museo:
intero: € 6,00; ridotto: € 3,00;
gratuito presentando il biglietto della mostra Donne nell’Arte da Tiziano a Boldini
Informazioni:
tel. 030.40233; museo@diocesi.brescia.it; www.museodiocesano.brescia.it

Ufficio stampa

CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia
T. 02.36755700
E. clara.cervia@clp1968.it

fino al 12 giugno 2022

Brescia, Palazzo Martinengo e Museo Diocesano

L’importanza della raffigurazione femminile nella storia dell’arte è il filo rosso che unisce, in un unico percorso espositivo, le rassegne “Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini” e “Sacro al femminile. Opere degli allievi di Moretto”.

Il biglietto di Palazzo Martinengo consente l’ingresso gratuito al Museo Diocesano di Brescia.

A Brescia, l’importanza della raffigurazione femminile nella storia dell’arte, dagli albori del Rinascimento al Barocco, è al centro di una mostra allestita, fino al 12 giugno 2022, in due suggestivi edifici della città: Palazzo Martinengo e il Museo Diocesano.

 

A Palazzo Martinengo, DONNE NELL’ARTE. Da Tiziano a Boldini, curata da Davide Dotti, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia e della Fondazione Provincia di Brescia Eventi, in partnership con Fondazione Marcegaglia onlus, presenta oltre 90 capolavori di artisti quali Tiziano, Guercino, Pitocchetto, Appiani, Hayez, Corcos, Zandomeneghi, De Nittis e Boldini che, con le loro opere, hanno saputo rappresentare la personalità, la raffinatezza, il carattere, la sensualità e le più sottili sfumature dell’emisfero femminile, ponendo particolare attenzione alla moda, alle acconciature e agli accessori tipici di ogni epoca e contesto geografico.
Il percorso espositivo è suddiviso in otto sezioni tematiche – Sante ed eroine bibliche; Mitologia in rosa e storia antica; Ritratti di donne; Natura morta al femminile; Maternità; Lavoro; Vita quotidiana; Nudo e sensualità.
Tra i capolavori della mostra, si segnala la Maddalena penitente, un olio su tela di Tiziano, firmato per esteso, proveniente da una collezione privata tedesca, Coppia di amanti in piedi, un disegno di Gustav Klimt (1862-1918), principale esponente dell’avanguardia viennese, che anticipa le soluzioni stilistiche de Il bacio e de L’Abbraccio del Fregio Stoclet, due tra i capolavori più conosciuti del maestro austriaco, o Nudo di spalle (1879-1880) di Giuseppe De Nittis, uno dei punti d’arrivo dell’evoluzione pittorica dell’artista pugliese, La dama del pappagallo (1872) rara e importante opera di Mosè Bianchi, La notte (1902), un insolito dipinto di nudo realizzato dal bresciano Gaetano Cresseri, o ancora La raccolta di granturco di Achille Glisenti, patrimonio delle collezioni civiche bresciane, che ritorna a Palazzo Martinengo dopo l’intervento di restauro realizzato grazie alla collaborazione tra Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei e Associazione Amici di Palazzo Martinengo.

 

L’itinerario prosegue al Museo Diocesano di Brescia, all’interno del complesso cinquecentesco di San Giuseppe, con SACRO AL FEMMINILE. Opere degli allievi di Moretto che propone 13 opere, realizzate dai principali allievi bresciani di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, quali Francesco Ricchino (1509/1513-1573), Agostino Galeazzi (1523 – 1576/1579) e Luca Mombello (1518/1520–1594/1595), provenienti dalla collezione del Museo Diocesano di Brescia, dai Musei Civici di Brescia e da raccolte private.
La rassegna, curata da Davide Dotti, coadiuvato da un comitato scientifico composto da Fiorella Frisoni, Valerio Guazzoni, Angelo Loda, promossa e organizzata dal Museo Diocesano di Brescia, con il patrocinio della Fondazione Provincia di Brescia Eventi è anche il punto di partenza per la scoperta dei tesori della collezione permanente del Museo Diocesano di Brescia.
La visita alla mostra e alle collezioni del Museo Diocesano è gratuita con il biglietto di Palazzo Martinengo.
L’esposizione si focalizza sulla figura femminile nella pittura a soggetto sacro che, non solo per il Moretto ma anche per Agostino Galeazzi e Luca Mombello, rappresenta la parte numericamente più rilevante della loro produzione pittorica, attraverso dipinti come l’Immacolata e Dio Padre, La conversione della Maddalena, l’Incoronazione della Vergine con l’allegoria della Pudicizia e dell’Umiltà e La presentazione di Maria al tempio del Mombello.
Per l’occasione si possono ammirare alcuni dipinti inediti di Agostino Galeazzi, come la Sacra famiglia con san Giuseppe e san Giovannino e Noli me tangere, preziose aggiunte al limitato catalogo del maestro bresciano, oltre allo Sposalizio mistico di santa Caterina di Luca Mombello che conserva ancora la cornice originale disegnata e intagliata dallo stesso artista e, dopo oltre un secolo dall’ultima apparizione in pubblico, avvenuta nel 1904 all’Esposizione Nazionale bresciana, la splendida pala d’altare raffigurante la Madonna col Bambino e le sante Cecilia e Caterina e due committenti, capolavoro giovanile di Agostino Galeazzi datato 1552, un tempo posizionata sull’altare della nobile famiglia bresciana dei Luzzago nella chiesa di San Pietro in Oliveto, quindi trasferita nel corso del XIX secolo nel Palazzo Vescovile di Brescia.

 

“Il tema della donna – afferma Davide Dotti – è così affascinante e coinvolgente che gli artisti, soprattutto tra XVI e XIX secolo, lo hanno indagato da ogni prospettiva iconografica, eternando le “divine creature” in capolavori che tutt’oggi seducono fatalmente il nostro sguardo. Per il visitatore è l’occasione di compiere un emozionante viaggio ricco di sorprese, impreziosito da dipinti inediti scoperti di recente in prestigiose collezioni private, opere mai esposte prima d’ora, e di fare il punto della situazione sotto il profilo storico-critico e attribuzionistico sui lavori licenziati da Galeazzi, Mombello e Ricchino, i tre principali allievi bresciani di Moretto che raccolsero l’eredità culturale ed artistica del grande maestro portandola dal pieno Rinascimento all’età della Maniera”.

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