Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni
Vincent Van Gogh
Dal 14 marzo 2025, Palazzo Citterio a Milano, spazio della Grande Brera riaperto al pubblico lo scorso 7 dicembre, accoglie, fino all’11 maggio 2025, L’Arlesiana (Ritratto di M.me Ginoux), dipinto da Vincent Van Gogh nel 1890, proveniente dalla GNAMC – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Il capolavoro del maestro olandese inaugura il nuovo ciclo di esposizioni dal titolo L’Ospite che vedrà Palazzo Citterio ricevere opere particolarmente significative della storia dell’arte, in prestito temporaneo da prestigiosi musei e istituzioni.
Il termine “ospite”, mutuato dall’etimologia latina che dà alla parola una duplice accezione di “dare ospitalità” e “riceverla”, va oltre il significato di assicurarsi un’opera ed esporla al pubblico, quanto averne cura, farne oggetto di studio e di confronto con altre creazioni artistiche e di fruizione da parte dei visitatori.
“Con l’arrivo a Palazzo Citterio di un Van Gogh, proveniente dalla Gnamc di Roma – afferma Angelo Crespi, Direttore Generale della Pinacoteca di Brera -, si inaugura “L’ospite”, una serie di collaborazioni con altri istituti, non solo museali, che prevedono il prestito straordinario di un’opera sia in entrata che in uscita. Un progetto che attua il tema della valorizzazione delle collezioni nel modo più semplice e immediato, e nello stesso tempo prestigioso”.
“Nell’ambito dell’accordo di collaborazione avviato con la Grande Brera – dichiara Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma -, che ha generosamente concesso numerosi prestiti per la meravigliosa mostra “Il Tempo del futurismo” coadiuvandone il successo, la Gnamc offre alla città di Milano l’Arlesiana, uno dei due Van Gogh custoditi nella propria collezione, la più importante al mondo di arte moderna e contemporanea italiana, che annovera tra le sue 20.000 opere anche capolavori internazionali di Klimt, Monet, Degas, Cézanne, Mondrian, Duchamp, Giacometti, Kandinskij, Warhol, Pollock, Kapoor e tanti altri. L’obiettivo è creare un ponte ideale tra Roma e Milano, fondato sullo scambio di opere delle rispettive collezioni e proteso verso una valorizzazione congiunta dei “nuovi maestri” dell’arte italiana, attraverso un programma condiviso di mostre temporanee”.
L’Arlesiana (olio su tela, 61×50 cm) ritrae Marie Ginoux, proprietaria del Café de la Gare di Arles, meta di artisti tra i quali Paul Gauguin e Vincent Van Gogh che nella città provenzale trascorrono un periodo di sodalizio artistico (1888-1889) condividendo la casa-studio.
La donna ritorna come soggetto più volte nella produzione di Van Gogh e di Paul Gauguin; queste opere testimoniano lo stretto rapporto che si è instaurato tra i due, tanto che Van Gogh scrisse all’amico che andavano considerate “come un lavoro tuo e mio insieme, come una summa dei mesi in cui abbiamo lavorato insieme”.
Tuttavia, un drammatico episodio, culminato con l’automutilazione dell’orecchio di Van Gogh, a seguito di una furibonda lite con Gauguin che immediatamente lo abbandona per tornare a Parigi, segnerà per sempre il destino delle loro vite. I coniugi Ginoux assistono l’artista dopo il tragico gesto e durante i suoi frequenti disturbi nervosi.
Nel febbraio 1890, Van Gogh elabora una nuova serie di ritratti di Madame Ginoux, tra cui quello presentato a Palazzo Citterio. In questo esemplare, la donna differisce, dalle precedenti raffigurazioni, per la posa, oltre che per l’espressione e la cromia più chiara e pacata.
La donna, rappresentata con il costume tradizionale della regione provenzale, è colta con dolcezza quale figura affettuosa e protettiva. Lo sguardo triste, il sorriso appena accennato e il volto appoggiato sulla mano sinistra suggeriscono la presenza di un messaggio nascosto in quello che, a prima vista, potrebbe sembrare un “semplice” ritratto: è la personificazione della Malinconia.
I due libri sul tavolo in primo piano confermano il significato metaforico della figura femminile: La Case de l’Oncle Tom (La capanna dello zio Tom) di Harriet Beecker Stowe e i Contes de Noël (I racconti di Natale) di Charles Dickens costituiscono, infatti, una chiara allusione ai valori profondi attribuiti alla donna con cui si era instaurato un importante rapporto di empatia e comprensione reciproca grazie al sostegno durante le crisi depressive di cui soffrivano entrambi.
La tela mostra non solo la propria vicinanza alla persona dipinta ma soprattutto l’analisi introspettiva della sua situazione esistenziale. A far emergere l’incidenza iconico-simbolica nell’Arlesiana, ma presente in tutta l’opera del pittore olandese, sono le stesse parole di Vincent Van Gogh scritte in una lettera indirizza a Paul Gauguin: “è un quadro che lei comprenderà, Lei, io e poche altre persone sappiamo come vorremmo che fosse capito”.