FÉLIX VALLOTTON. Un monumento alla bellezza

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Informazioni

FÉLIX VALLOTTON. Un monumento alla bellezza
Ascona, Museo Castello san Materno
11 maggio – 7 settembre 2025

Orari:
da giovedì a sabato, 10.00 — 12.00; 14.00 — 17.00
domenica e festivi, 14.00 — 16.00

Ingresso:
intero: 7 Franchi svizzeri; ridotto: 5 Franchi svizzeri

Informazioni:
T. +41 91 7598160/40; E. museosanmaterno@ascona.ch

Sito internet: www.museoascona.ch

Ufficio stampa

CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli | M. +39 347 4155017 | E. marta.pedroli@clp1968.it
T. + 39 02 36755700 | www.clp1968.it

11.05.2025 07.09.2025

Ascona, Museo Castello San Materno

UNA MOSTRA CELEBRA FÉLIX VALLOTTON IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA SUA MORTE

 

L’esposizione, presenta 55 opere, tra dipinti, disegni e grafiche dell’artista svizzero-francese (1865-1925).

 

A cura di Harald Fiebig

“Per tutta la vita sono stato colui che da dietro una finestra
osserva come si svolge la vita fuori, senza farne parte”.
Felix Vallotton

 

Dall’11 maggio al 7 settembre 2025, il Museo Castello San Materno – Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten di Ascona (Svizzera) rende omaggio a Félix Vallotton (1865-1925), pittore e grafico svizzero-francese con una mostra dal titolo Félix Vallotton – Un monumento alla bellezza.

 

L’iniziativa asconese, in occasione del centenario della sua morte, s’inserisce nel programma 2025│ Année Vallotton che si compone di una serie di rassegne ospitate al Musée Jenisch di Vevey, al Kunst Museum Winterthur, al Musée cantonal des Beaux-Arts di Losanna e al Museo Castello San Materno di Ascona, per celebrare questo artista poliedrico e anticonformista.

 

La mostra, curata da Harald Fiebig con il sostegno della Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten, ripercorre la carriera di Vallotton attraverso 55 opere, tra dipinti, disegni e cicli grafici che spaziano dai paesaggi alle nature morte e alle figure, la gran parte eccezionalmente prestate da una collezione privata svizzera, raramente esposta, altre provenienti dal Kunst Museum Winterthur.

 

La cifra di Félix Vallotton si caratterizza per una severità fredda, per un distacco oggettivo e per una precisa osservazione della realtà e della vita, ma al tempo stesso, come recita il titolo, la sua arte è un monumento eterno alla bellezza.

 

Il percorso, allestito all’interno del Museo Castello San Materno, documenta le sue principali fasi pittoriche, dagli inizi (1880-92) in cui si dedica ai ritratti, soprattutto della borghesia del tempo “perché – come scrisse alla famiglia nel 1889 – corrisponde alla mia inclinazione ed è il genere in cui ho maggiori possibilità di successo”, all’adesione al gruppo dei Nabis (1893-1900), al periodo di transizione (1901-08) in cui si concentra sul tema del paesaggio, stilisticamente semplificato e sintetizzato in ampie zone di colore com’era tipico dello stile dei Nabis, ma inteso anche come rappresentazione della scena urbana parigina, infine alla stagione della maturità, dove il suo repertorio si amplia di soggetti paesaggistici grazie ai viaggi in Francia, in Italia e in altri paesi dell’Europa. Nel 1913, ad esempio, realizza una serie di vedute di Perugia, nella quale ricerca prospettive insolite per raffigurare le strette vie storiche della città in simbiosi con le verdi colline circostanti che si stagliano all’orizzonte.

 

Conosciuto e apprezzato come pittore, Félix Vallotton ottenne grande fama soprattutto per la sua opera grafica; in particolare, critici e colleghi lo elogiavano come un innovatore di questa forma espressiva, al punto da influenzare numerosi artisti della sua generazione e di quelle successive.

 

Ad Ascona si possono ammirare alcune delle sue serie grafiche più famose. Tra queste, quella dedicata alle montagne, che risente dell’influenza delle stampe giapponesi a colori, la stessa che affascinò gli impressionisti e i post-impressionisti, o quella che si focalizza sulla vita metropolitana, così come si svolge tra le strade di Parigi, realizzata con la tecnica della zincografia, dal titolo Paris intense (1893-1894).

Verso la fine del XIX secolo, Vallotton rivolge la sua attenzione alla sfera privata della vita borghese e ritorna alla xilografia che gli consentiva di utilizzare i contrasti in bianco e nero in modo ancora più radicale rispetto al passato.

Il nero può simboleggiare forza, lusso e silenzio, ma anche morte, tristezza. Nei dieci fogli delle Intimités (1897-1898), considerati come il coronamento della sua opera xilografica, la superficie scura enfatizza sì la sontuosità degli interni, ma nasconde una complessa trama di sospetto, imbarazzo, costrizioni e paura. Vallotton getta uno sguardo dietro la facciata di una vita apparentemente perbenista e virtuosa. Il nero impenetrabile esprime così pessimismo e disperazione nei confronti delle relazioni interpersonali tra uomo e donna.

A partire dal 1899, dopo le Intimités, l’artista svizzero-francese torna a concentrarsi maggiormente sulla pittura e realizza solo poche opere grafiche, tuttavia di raffinata qualità. È l’esempio delle xilografie L’Exposition Universelle del 1900-1901 e C’est la guerre (1915-1916) in cui sente forte l’esigenza di soffermarsi sugli orrori della prima guerra mondiale.

 

Catalogo bilingue (italiano-tedesco) Wienand Verlag.

 

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