L’illustrazione è sempre stato un forte e affascinante strumento di comunicazione. Quelle di moda di Gladys Perint Palmer per Missoni sono un esempio straordinario di come l’arte possa elevare e comunicare l’estetica di un marchio.
Rosita Missoni è cresciuta giocando a ritagliare figurini dalle riviste di moda che trovava nell’atelier dell’azienda di famiglia e da allora è sempre stata affascinata dalla capacità delle illustrazioni di moda di proiettarla verso mondi fantastici. Così, anche quando negli anni Sessanta i Missoni iniziarono a commissionare le loro campagne pubblicitarie ai fotografi di moda, Rosita rimase sempre affascinata dalle potenzialità espressive dell’illustrazione, affidando le loro creazioni a Brunetta fino agli anni Settanta, in seguito ad Antonio Lopez negli anni Ottanta e a Gladys Perint Palmer dagli anni Novanta.
Rosita e Gladys si conobbero tramite la giornalista di Moda Anna Piaggi che nel 1989, nel periodo delle sfilate milanesi, insieme a Luca Stoppini aveva curato la Mostra Gladys Perint Palmer. Characters. Rosita ne restò entusiasta e propose a Gladys di illustrare i capi delle sue Collezioni, per comunicare il lato allegro e ironico della moda Missoni. Una collaborazione che andò avanti per ben dieci anni e un’amicizia che dura ancora.
Colin Mc Dowell, scrittore, stilista e curatore di moda britannico, nell’introduzione al libro di Gladys Perint Palmer, Fashion People, (Assouline, 2003) la descrive così “(…) Gladys, la cui opera è sempre firmata GPP, non è una pittrice ma un’illustratrice di rara qualità, forse l’ultima di una lunga e onorata stirpe. Gladys ha uno stile altamente peculiare – scaltro, distaccato e divertito – basato su uno sguardo che è diventato saggio e sardonico con il tempo. (…) Mai interessata alla riproduzione linea per linea di ciò che vede davanti a sé, Gladys apprese presto che catturare il carattere di una persona o “fissare” la personalità di un capo era prima di tutto il risultato di un occhio attento ai dettagli, seguito dal rigore intellettuale di ridurre tutte le informazioni che ha davanti a sé in poche righe significative. Questa è un’abilità quasi perduta oggi. Gladys è della vecchia scuola. È un’illustratrice qualificata che ha trascorso tre anni alla St. Martin’s School of Art di Londra imparando il suo mestiere, seguito da un periodo trascorso ad affinarsi alla Parsons di New York. Da allora ha disegnato per alcuni dei nomi più luminosi della moda tra cui Missoni, Versace, Geoffrey Beene, Oscar de la Renta e John Galliano per Dior. Il suo lavoro è apparso su Harper’s Bazaar, The New Yorker, The New York Times Magazine, San Francisco Examiner e nella sezione Style del London Sunday Times. Nata a Budapest, Gladys è una vera figlia di un paese antico, trasformando la passione e l’angoscia dei suoi connazionali in un punto di vista ironicamente umoristico. (…)”.