A Cleopatra, regina d’Egitto, donna di grande potere e fascino, le cui vicende hanno ispirato importanti scrittori come William Shakespeare, Théophile Gautier e George Bernard Shaw, oltre ad artisti, musicisti e registi, i Musei Reali di Torino dedicano una mostra dossier che s’inserisce nell’ambito delle celebrazioni dei 300 anni del Museo di Antichità (1724-2024).
Dal 23 novembre 2024 al 23 marzo 2025, lo Spazio Scoperte della Galleria Sabauda ospita la rassegna dal titolo Cleopatra. La donna, la regina, il mito, curata da Annamaria Bava ed Elisa Panero, che si avventura nella vicenda storica e nella leggenda, attraverso un profilo del personaggio e del suo tempo, la nascita del mito e la fascinazione esercitata nel corso dei secoli.
Il percorso espositivo è suddiviso in cinque aree tematiche e riporta al centro degli studi l’enigmatica Testa di fanciulla c.d. di Cleopatra, in marmo bianco della metà del I secolo a.C., del Museo d’Antichità, che nella capigliatura e nei tratti mostra caratteristiche che rimandano all’iconografia nota di Cleopatra VII, a cui si affiancano manufatti archeologici e sculture antiche, provenienti dal patrimonio dei Musei Reali e da collezioni pubbliche e private, messi in dialogo con opere pittoriche e grafiche e documenti cinematografici che hanno visto protagonista nel corso dei secoli la regina d’Egitto.
La mostra si apre con un inquadramento storico del periodo nel quale ha vissuto e governato Cleopatra VII (51-30 a.C.), ultima regina della dinastia tolemaica in un Egitto ormai ellenizzato, in virtù dell’azione di Alessandro Magno iniziata nel IV secolo a.C. L’Egitto, paese all’avanguardia, inserito nel Mediterraneo, luogo d’incontro di diverse civiltà e tradizioni, connotato da un forte rispetto per le tradizioni dell’Egitto faraonico e nello stesso tempo dall’adesione alla Koiné culturale ellenistica.
La sezione Cleopatra: la regina che sfidò Roma si focalizza sulla figura di Cleopatra e sul suo operato politico, in relazione ai protagonisti del suo tempo rappresentati dalla Testa di Giulio Cesare da Tusculum dei Musei Reali, considerato il ritratto più veritiero del Dittatore, e con quelli di Marco Antonio e Ottaviano Augusto, in prestito dalla Soprintendenza del Molise e dai Musei Capitolini. Dall’altro si analizza la Cleopatra come donna di potere, a capo di una nazione che vive, sotto il suo regno, un importante sviluppo economico, grazie anche alla riforma monetale voluta dalla stessa regina, che la posiziona in un ruolo di preminenza all’interno dello scacchiere del Mediterraneo.
La mostra prosegue con il racconto della nascita del mito di Cleopatra, nato con la regina ancora in vita e sviluppatosi negli anni immediatamente successivi, con l’assimilazione della sua figura con quella della dea Iside, che contribuì ad accrescere il fascino e il mistero della sua persona nei secoli a venire.
Durante il Rinascimento, l’immagine di Cleopatra inizia ad avere una certa fortuna nell’arte occidentale, come mostra una raffinata incisione di Marcantonio Raimondi della Galleria Sabauda nata dalla collaborazione dell’artista bolognese con Raffaello. Nel Seicento e nel Settecento la sovrana è protagonista di molte opere, nelle quali spesso è rappresentata nel momento della morte, come nel caso dei dipinti di Giovanni Giacomo Sementi (1625-1626 ca.), proveniente dalle raccolte viennesi del principe Eugenio di Savoia Soissons e ora conservata in Galleria Sabauda, di Giovanni Lanfranco (circa 1630) delle Gallerie Nazionali di Palazzo Barberini e Galleria Corsini, e di Guido Cagnacci (1660-1662) della Pinacoteca di Brera, oppure in relazione a figure storiche quali Giulio Cesare, Marco Antonio o Ottaviano Augusto, come il bel dipinto della pittrice Elisabetta Sirani di collezione privata modenese nel quale la sovrana mostra il prezioso orecchino di perle che scioglierà in una coppa di aceto per poi consumare la costosissima bevanda, alludendo all’episodio che sarebbe avvenuto nel sontuoso banchetto al cospetto di Marco Antonio raffigurato nella maestosa tela di Francesco Fontebasso (circa 1750) in prestito dal Palazzo Madama di Torino, e come il bozzetto di Claudio Francesco Beaumont raffigurante Cleopatra che si avvia verso il Palazzo di Cesare (1740), preparatorio per uno degli arazzi che costituiscono la serie con le Storie di Cesare conservata a Palazzo Reale.
Nell’Ottocento l’interpretazione del tema in chiave esoterica darà vita a composizioni di gusto orientaleggiante come nel curioso dipinto di Anatolio Scifoni (1869), proveniente dalle raccolte di Palazzo Reale, che trasmette l’atmosfera sospesa e misteriosa dell’incontro tra Cleopatra e una maga.
L’esposizione si chiude con una sezione dedicata alla fortuna pop della regina: in questa, oltre a dischi, fumetti e giochi da tavolo, spiccano le trasposizioni della vita di Cleopatra sul grande schermo, evocate attraverso locandine, fotografie e spezzoni di film, dall’epoca del cinema muto all’interpretazione di Elizabeth Taylor nella pellicola di Joseph Mankiewicz del 1963 fino a quella di Monica Bellucci nella commedia Asterix & Obelix – Missione Cleopatra del 2002.