Tinto Brass, la sua vicenda artistica e personale, sono al centro della mostra Brass mon amour, allestita a Villa Bottini a Lucca, dal 21 maggio al 12 giugno 2022.
La rassegna è uno degli appuntamenti più attesi della nuova edizione di Photolux Festival – Biennale Internazionale di Fotografia di Lucca – You can call it love, quest’anno dedicata al tema dell’amore.
Nata da un’idea di Fabio Macaluso, a cura di Caterina Varzi, Enrico Stefanelli, Chiara Ruberti, Francesco Colombelli, Rica Cerbarano, Brass mon amour – il cui titolo gioca con quello dell’ultimo lungometraggio di Tinto Brass, Monamour, e con l’argomento che lega le iniziative di Photolux Festival – ripercorre la carriera del regista veneziano, una delle figure più originali del cinema italiano, soprattutto per l’ostinazione con cui, contro ogni condizionamento esterno o censura, si è mantenuto fedele a due costanti della ricerca espressiva: l’esperimento visivo e l’immersione nei labirinti dell’eros.
Il percorso si snoda attraverso 120 fotografie e documenti inediti – sceneggiature, bozzetti di scenografie e costumi, polaroid dei provini, manifesti, lettere – provenienti dall’archivio privato di Tinto Brass, che conducono il visitatore alla scoperta degli aspetti più curiosi della realizzazione dei film, degli episodi che hanno caratterizzato il suo rapporto con gli attori e dei ricordi sulla sua vita privata.
Le fotografie raccontano il cammino di Brass nella sua prima stagione espressiva, da Chi lavora è perduto (1963) ad Action (1980). Qui il Maestro è ritratto con alcuni dei suoi attori preferiti, quali Alberto Sordi, Jean Louis Trintignant, Ewa Aulin, Anita Sanders, Tina Aumont, Gigi Proietti, Vanessa Redgrave, Franco Nero.
Il tempo della liberazione dei sensi, da La chiave (1983) a Hotel Courbet (2009), momento centrale dell’esposizione, viene illustrato con gli scatti del fotografo Gianfranco Salis, espressione di un sodalizio artistico quarantennale con il Maestro.
Una particolare sezione della rassegna, riservata ai maggiorenni, è dedicata alle immagini più proibite.
Accanto a esse, sarà proiettato il film Istintobrass di Massimiliano Zanin, che Photolux Festival propone a testimonianza del modo di fare cinema di un regista cresciuto nel solco dell’esperienza accumulata da Roberto Rossellini e Joris Ivens, oltre che dalla Nouvelle Vague francese, ma anche dalla passione di creare un racconto per immagini.
È sul culto estremo dello stile che si basa il cinema di Brass, nella convinzione che solo la forma, il significato, possono dare un senso e un contenuto agli aspetti grotteschi della realtà.
Nel laboratorio del regista scopriremo l’uomo, la sua vicinanza alle trame e ai personaggi dei suoi film, il suo immenso amore per la vita.
“Una mostra che aggiunge un ulteriore momento di riflessione sull’amore” – come dichiara il comitato di direzione artistica del festival – “Se i tabù legati all’eros e alla sua rappresentazione sembrano oggi finalmente superati, perché la filmografia di Tinto Brass continua a rappresentare un’insidiosa anomalia nel panorama del cinema italiano?”
L’evento sarà l’occasione per presentare l’autobiografia del regista scritta insieme a Caterina Varzi, Tinto Brass. Una passione libera (Marsilio Editore, 2021).
La nuova edizione di Photolux Festival – Biennale Internazionale di Fotografia di Lucca, dal titolo You can call it Love, si avvale di un comitato di direzione artistica composto da Rica Cerbarano, Francesco Colombelli, Chiara Ruberti ed Enrico Stefanelli, e si compone di oltre 20 esposizioni, ospitate in alcuni dei luoghi più prestigiosi nel centro della città toscana, e di una serie d’iniziative collaterali come conferenze, workshop, letture portfolio, incontri con i protagonisti della fotografia internazionale.