Giovedì 17 ottobre 2024, dalle 18.00 alle 22.00, al B&B dei Papi Boutique Hotel a Viterbo giunge la quinta edizione di La Casa Immaginata evento espositivo che quest’anno vede la collaborazione di Arnia, progetto di mappatura delle artiste e degli artisti più interessanti del panorama nazionale under 33.
Curata da Rosanna Stoppani, l’iniziativa presenta una serie di installazioni e performance create dalle cinque giovani artiste Giulia Apice, Giorgia Baroncelli, Cecilia Damiani, Nicoletta De Santoli e Ilaria Pennoni, che hanno lavorato nella residenza laziale, a stretto contatto con il territorio e l’ambito cittadino.
La curatrice ha pensato alla propria casa come a un labirinto, all’interno del quale i lavori dialogano, collegati tra loro da Il filo di Arianna.
Il labirinto è infatti il paradigma del viaggio esistenziale nell’intricata rete di informazioni, che caratterizza la contemporaneità. Arianna, solenne e ieratica, in aiuto protende il gomitolo per aiutare ad affrontare questo percorso iniziatico.
L’itinerario ascensionale comincia con da qui, la verità della ravennate Giorgia Baroncelli. La pseudo cupola, che rimanda al mausoleo di Galla Placidia, è l’antro del labirinto. Luogo oscuro e sacrale impreziosito dai moduli oro, foglie lucenti che smussano gli spigoli e deformano i contorni.
Il filo narrativo si dipana e torna su se stesso, fino a divenire tessuto con i lenzuoli fluttuanti e leggeri di Giulia Apice che mettono in immagine l’eroina cretese, emblema di una femminilità fragile e ambigua. Con Bagdad, Giulia Apice celebra la donna in quanto creatura affascinante ed enigmatica. Arianna detiene la chiave del dedalo e lo sconfigge, la figlia di Minosse è autrice e vittima di una dinamica che è in sé labirintica e riflessiva.
Con la performance Pensavo fosse un sogno e invece era il passato, Nicoletta De Santoli esprime la profonda solitudine della contemporaneità. La società liquida ha sfatato il mito dell’unione così, ancora una volta e per tragica ironia, la libertà consentita dall’individualismo conduce sul filo del baratro di una profonda solitudine. Ovunque riecheggia il lamento di Arianna. La spiaggia di Nesso, deserta e meravigliosa, diventa teatro atemporale nel quale va in scena l’incubo di un presente svincolato da ciascun legame.
Il percorso di ascesa e liberazione si conclude con l’opera a quattro mani di Cecilia Damiani e Ilaria Pennoni. Cadendo generosa dall’alto, la luce illumina il passaggio. Pris entre-deux feux, una controparete impreziosita da stoffe pregiate, racconta una lunga storia di filatura, tessitura, cucitura e ricamo. Cecilia Damiani dipinge corrosive immagini floreali, mentre Ilaria Pennoni segna indelebili tracce di combustione. In modo corale le due artiste costruiscono, per sottrazione, un omaggio a tutte le Arianne. Insieme elevano un inno alla natura complessa del femminile: sensibilità e forza sono trama e ordito di un unico disegno.