“ In virtù del forte apprezzamento del pubblico – dichiara Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi – abbiamo deciso di prolungare la mostra, così da dare l’opportunità anche a chi viene da fuori città di visitarla durante tutto il ciclo delle festività primaverili”.
L’esposizione, curata da Marcello Toffanello, presenta la Bibbia di Borso d’Este, uno dei manoscritti rinascimentali più importanti al mondo, capolavoro fra i più rappresentativi della civiltà figurativa nata nell’antica capitale del ducato, ora conservato alla Biblioteca Estense di Modena. L’illustrazione della Bibbia, realizzata da un’équipe di miniatori guidata da Taddeo Crivelli e Franco dei Russi, ha costituito uno dei due cantieri artistici nel quale è stato forgiato lo stile della scuola ferrarese del Rinascimento.
L’iniziativa inaugura anche la nuova sala della Pinacoteca dedicata allo studiolo di Belfiore in Palazzo dei Diamanti, ambiente voluto per la prima volta da Leonello d’Este a metà del Quattrocento come luogo dedicato alla meditazione e ai piaceri intellettuali.
Alla Bibbia di Borso d’Este si affianca un altro illustre ospite, ovvero la tavola raffigurante la musa Polimnia, proveniente dalla Gemäldegalerie di Berlino, che si riunisce all’Erato e all’Urania con cui formava parte della decorazione pittorica di questo spazio.
Una selezione di medaglie rinascimentali, monete e gemme antiche provenienti dalle raccolte della Galleria Estense di Modena ricorda come lo studiolo fosse anche luogo dedicato all’accumulo e all’esposizione delle prime collezioni umanistiche. Un touch screen realizzato da FrameLAB, laboratorio del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna, permette inoltre al pubblico di visitare virtualmente lo studiolo, ammirando e interrogando le misteriose muse che lo abitavano. Una seconda postazione multimediale consentirà di sfogliare virtualmente la Bibbia per intero.
Per l’occasione, la Pinacoteca Nazionale di Ferrara si offre al pubblico con dieci sale interamente rinnovate.
Si completa così l’opera di adeguamento tecnologico e aggiornamento museografico avviata nel 2016 con il riordinamento degli ambienti espositivi dedicati alle pale d’altare della prima metà del Cinquecento e culminanti con il polittico Costabili di Garofalo e Dosso Dossi.
Tornano ora visibili al pubblico le opere di Gentile da Fabriano, Mantegna, Cosmè Tura, ed Ercole de’ Roberti, in un percorso espositivo che condurrà il visitatore attraverso le vicende della pittura ferrarese dal Trecento al Settecento. Un esaustivo sistema di apparati informativi, fra cui ricostruzioni grafiche di complessi dispersi, suggerirà una nuova lettura della storia collezionistica, della funzione originaria e dell’evoluzione di tipologie di opere come la pala d’altare. Nuova attenzione sarà dedicata anche alla pittura del Seicento e del Settecento, cui sono riservate quattro sale, che andranno ad aggiungersi a quella dedicata alle grandi tele di Scarsellino e Bononi inaugurata nell’autunno del 2016.
La fruizione del pubblico sarà notevolmente migliorata grazie a moderni impianti di climatizzazione, illuminazione e sicurezza, che garantiscono ora in tutte le sale del museo, il rispetto degli standard internazionali di conservazione delle opere. Una nuova articolazione degli spazi e colori alle pareti permetteranno una presentazione più chiara ed esteticamente gradevole dei dipinti.